La villa di Rusciano è una dimora storica, sorta nel quartiere di Gavinana, realizzata a partire da un podere rurale, circondato da un ampio parco.
Grazie alla sua favorevole posizione collinare, l’edificio offre una meravigliosa vista sulla cupola brunelleschiana del Duomo di Firenze: risultando infatti perfettamente inserito nella cosiddetta “città delle colline”, avamposto della città, la villa di campagna riflette l’impronta dei palazzi di città, in una continuità stilistico-concettuale tanto cara alla visione artistica di Leon Battista Alberti.
Il nome Rusciano deriva dal podere agricolo (poggio di Rusciano) sul quale la villa fu costruita: un vasto terreno che, in epoca romana, Giulio Cesare diede in dono ad uno dei suoi veterani, Roscius.
La prima costruzione dell’edificio risale al 1200, di cui abbiamo notizia grazie a Franco Sacchetti, che nella sua opera, Trecentonovelle, la menzionò. Nel 1300, la dimora era proprietà della nobile famiglia fiorentina dei Salviati. Nel 1450, Luca Pitti, dopo aver acquistato l’intero complesso, commissionò Brunelleschi affinché eseguisse i lavori di restauro. Da questo momento in avanti, prese forma la villa così come oggi la conosciamo. Il progetto originale, che avrebbe dovuto essere espressione di prestigio ed eleganza, rimase tuttavia incompiuto.
Alla fine del Quattrocento, la villa fu acquistata dalla Repubblica Fiorentina, che la concesse in uso a Federico II da Montefeltro, duca di Urbino, capitano delle forze armate fiorentine. Per quasi tre secoli sono scarse le notizie che si hanno in merito alla proprietà, fino al 1800, in cui il complesso apparteneva alla famiglia Fenzi, per poi passare nelle mani del Barone tedesco Ferdinand Von Stumm; ma durante la Grande Guerra, la villa venne confiscata a quest’ultimo in quanto proprietà di uno stato nemico. Da allora, l’edificio fu utilizzato dapprima come ospedale militare, poi come orfanotrofio, ed infine come scuola di secondo grado.
Il vasto parco secolare che circonda la villa rispecchia lo stile sobrio e lineare dell’edificio, formando un unico complesso nel quale è impossibile scindere la dimora dal suo giardino, in una reciproca identificazione. Il parco è contraddistinto da un’area agricola costituita da ulivi, da un giardino all’italiana con vasca e panchine in pietra scolpita, e da una folta vegetazione di interesse botanico, poiché comprende numerose piante esotiche.
Oggi, il parco è fruito dai cittadini, essendo il complesso di Rusciano proprietà del comune di Firenze, dopo aver da pochi anni scongiurato l’ipotesi della vendita, e quindi della privatizzazione di un elemento non secondario del patrimonio artistico-culturale fiorentino.
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