Il Giardino delle Rose – Un angolo di paradiso nel cuore di Firenze

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«Se la situazione pittoresca incanta gli occhi, se la situazione poetica coinvolge lo spirito e la memoria, se entrambe le composizioni possono essere foggiate dal pittore e dal poeta, vi è una situazione che solo la natura può offrire: è la situazione romantica. Senza essere selvaggia, la situazione romantica deve però essere tranquilla e solitaria, perché l’anima non venga in alcun modo distratta e possa interamente abbandonarsi alla dolcezza di un sentimento profondo.»
René-Louis de Gerardin

In Oltrarno, proprio ai piedi di Piazzale Michelangelo, si estende il Giardino delle Rose, un meraviglioso parco aperto tutto l’anno e con ingresso gratuito, da cui si può ammirare una delle più suggestive viste panoramiche sulla città. Si tratta di un tesoro nascosto e poco frequentato perché leggermente isolato, lontano dagli usuali percorsi turistici o dalla zona commerciale, un angolo verde simile ad un piccolo eden nel cuore di Firenze, con colori e profumi unici e avvolgenti.
Il Giardino fu realizzato intorno al 1865 per opera dell’architetto Giuseppe Poggi, incaricato dal Comune fiorentino, in occasione dello spostamento della capitale d’Italia a Firenze.
Il parco, la cui superficie si estende per più di un ettaro di terreno, è progettato secondo la caratteristica architettura “alla francese”, rispettando i canoni estetici del luogo ameno e bucolico, mantenendo un’impronta naturale ma allo stesso tempo perfettamente organizzato nelle sue divisioni interne, seguendo l’andamento naturale della pendenza collinare su cui sorge.
Nell’insieme strutturale dei terrazzi e delle piante presenti, nulla sembra trovarsi fuori posto, bensì tutto si mescola e si amalgama perfettamente, garantendo una costante armonia di luci e di colori.

Dal 1874, ad opera di Attilio Pucci, direttore del Servizio dei pubblici giardini e paesaggi, il Giardino si presenta suddiviso in una serie di piccoli terrazzamenti, i cui muri e mezzi di sostegno sono utilizzati per la coltivazione di rose di ogni colore e tipologia.

Vi si trovano moltissime qualità di fiori, con l’aggiunta di una sezione esotica, interamente dedicata ai fiori giapponesi, dove è presente anche un piccolo tempio Zen Kodai-ji. Dalla fine del secolo scorso, è stata infatti aggiunta una piccola oasi interna, realizzata dall’architetto Yasuo Kitayama e denominata Shorai, come omaggio della città di Kyoto in virtù del suo gemellaggio con Firenze.

Particolarmente interessante è la complessità dell’impianto di irrigazione, in cui l’acqua, a partire da un cisterna collocata all’estremità più alta del Giardino, scorre in una serie di condutture, creando suggestive cascate e piccoli ruscelli.
All’interno del parco trovano collocazione più di 600 varietà di rose, sia antiche che classiche, insieme ad arbusti ed erbacee perenni, piante di limoni e altre specie di fiori.
Tra le tipologie di rose, si trovano le meravigliose sarmentose e rampicanti, caratterizzate da bacche dai colori sgargianti e da un’incredibile fioritura anche nella stagione invernale; la loro peculiarità consiste nel richiedere poca manutenzione: è infatti possibile evitarne la potatura per intere stagioni, in modo che la pianta possa essere libera di crescere arrampicandosi su alberi e pareti.

Altre tipologie presenti sono le rose arbustive, che possono avere una dimensione ridotta, crescendo a forma di piccoli cespugli, o raggiungere un’altezza di più di due metri.
All’interno del Giardino si trovano gradini e panchine, dove è possibile sedere e rilassarsi, e che rendono questo parco un luogo romantico, di svago e di meditazione, nonché un punto di sosta per coloro che salgono a piedi verso il Piazzale.
Il periodo ideale in cui visitare questo parco è sicuramente la primavera inoltrata, nei mesi di maggio e di giugno, durante la stagione di massima fioritura delle rose.
Oltre alle svariate qualità di fiori, un’altra caratteristica che rende unico questo angolo verde è la presenza permanente di dodici sculture dell’artista Jean Michel Folon, pittore e scultore di origine belga. Si tratta di opere che si trovano in diversi punti del parco, che spesso, durante le passeggiate dei visitatori, fanno capolino da qualche angolo o cespuglio, in luoghi insoliti, senza alterare in alcun modo l’insieme armonico del paesaggio, bensì mantenendo un costante ‘dialogo’ con l’ambiente circostante.

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