Dante Alighieri e il focolare domestico

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Situata in Via Santa Margherita, la Casa di Dante sorge nella parte più antica del centro storico di Firenze, accanto alla Chiesa di Santa Margherita de’ Cerchi, dove si racconta che lo scrittore abbia incontrato per la prima volta Beatrice Portinari, innamorandosene immediatamente.

A testimonianza dell’esatta collocazione della casa del Poeta, si può consultare un documento riguardante la disputa tra il priore della Chiesa e la famiglia di Dante, a causa di un fico di proprietà degli Alighieri, le cui radici sconfinavano nel giardino della Chiesa, rovinandone la recinzione.In seguito alla morte di Dante, il fratello, Francesco Alighieri, decise di vendere una parte dell’abitazione ad una nobile famiglia fiorentina, mentre la parte restante rimaneva di proprietà dei figli del Poeta, che ormai da anni avevano lasciato Firenze per trasferirsi a Verona.Le famiglie che, nel corso del tempo, ereditarono la proprietà, effettuarono molteplici lavori di ampliamento, al fine di aumentare il valore commerciale dell’abitazione; la lunga serie di ristrutturazioni modificò notevolmente l’aspetto e la struttura del complesso abitativo originario.

Nel XVIII secolo, attraverso l’introduzione di elementi eterogenei, originariamente estranei alla casa dantesca, molti spazi della casa Alighieri vennero adibiti ai più svariati usi, come depositi, botteghe e abitazioni private, trascinando gli edifici verso un progressivo stato di degrado.Quando, nel 1865, Firenze diviene capitale d’Italia, il Consiglio Generale del Comune fiorentino decise di acquistare e restaurare l’intero complesso, un progetto che però non fu mai realizzato, in seguito allo spostamento della capitale da Firenze a Roma. Tuttavia, nel 1866, su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri, Bettino Ricasoli, grazie a numerosi studi archeologici e ricerche su documentazioni catastali, si riuscì a stabilire con esattezza quale edificio costituì l’effettiva abitazione di Dante, e il suo travagliato destino dopo la morte del Poeta.L’estetica che caratterizza le facciate esterne dell’abitazione rispecchia le antiche costruzioni medievali, con il tipico rivestimento in pietra. La facciata anteriore presenta un’ampia porta di legno, contornata da grandi borchie di ottone scuro, e questa doveva essere la porta di ingresso principale dell’abitazione.La facciata laterale, che si affaccia sulla piazzetta antistante, presenta una piccola scalinata, da cui si accede a una porticina di servizio, probabilmente utilizzata come accesso alla corte interna, dove è presente, a ridosso della facciata, un caratteristico pozzo medievale, il quale, pur non essendo originale e trattandosi di una riproduzione dei pozzi dell’epoca, conferisce plasticità e armonia all’insieme del complesso abitativo.Oggi l’edificio ospita un importante Museo, che coinvolge non soltanto l’antica abitazione dantesca, bensì ingloba una serie di edifici medievali, come la Torre dei Giuochi, la cui famiglia abitava accanto alla casa Alighieri.La realizzazione del Museo risale intorno al 1911, a seguito di una ristrutturazione dell’edificio ad opera dell’architetto Castellucci, che riprende il progetto di restauro voluto dal Consiglio dei ministri nel 1866 ma mai realizzato.

Come da progetto, sono stati abbattuti gli elementi aggiuntivi e le abitazioni che erano state costruite negli angoli dell’edificio principale, così da creare una piccola piazzetta.Il Museo ha un’impostazione sostanzialmente didattica, finalizzato alla rappresentazione della Firenze dantesca e di alcuni momenti della vita quotidiana dello scrittore, nonché delle sue opere fondamentali, insieme ad alcune ricostruzioni dell’arredamento e del vestiario dell’epoca, con l’esposizione di due abiti nobiliari, ornati di gioielli e pellicce.L’intero Museo si estende su tre piani.Il primo è dedicato all’Arte dei Medici e Speziali, corporazione di cui fece parte lo stesso Dante; nelle bacheche si possono osservare fiori, piante e minerali, mentre le formelle affisse alle pareti rappresentano le tre Arti fondamentali della scultura, pittura e tessitura.

Una delle sale di questo piano è interamente dedicata alla politica fiorentina del XIII secolo, con le diverse fazioni interne; mentre un’altra sala rappresenta l’economia di Firenze nel 1300, riconducendo la ricchezza e la maestosità della città al commercio e all’arte orafa, già particolarmente fiorente nel Medioevo toscano.Il secondo piano racconta il periodo dedicato all’esilio del Poeta dalla città natale: in una di queste sale si trova una fedele riproduzione del Libro del Chiodo, un volume sul quale venne scritta la pena che gli fu inflitta, condannandolo e allontanandolo dalla tanto amata Firenze. Il curioso nome di questo antico volume deriva dalla sua collocazione sulla parete, tramite un chiodo, nella sala dei Giudici, affinché potesse essere consultato dal pubblico. Ricordiamo che una delle sale illustra, tramite video, le splendide opere di Gustave Dorè, artista francese che realizzò magnifiche immagini che ancora oggi accompagnano le antologie dedicate alla Commedia.

Al terzo e ultimo piano, situato nel caratteristico loggiato dell’abitazione, custoditi all’interno di appositi spazi, sono esposti i libri originali della Divina Commedia del Codice Trivulziano, che risale al 1337, la Commedia di Dante Alighieri di Niccolò Tommaseo del 1865, e il Codice Caetani della Divina Commedia, con l’aggiunta di postille di Marsilio Ficino.

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